L'alluminio è un metallo giovanissimo.
Sebbene, dopo l'ossigeno ed il silicio, sia il terzo elemento più abbondante sulla terra, l'alluminio è di gran lunga il più giovane tra i metalli di uso industriale, essendo stato prodotto perla prima volta su scala industriale solo poco più di 100 anni fa.
Come il piombo, lo stagno ed il ferro, l'alluminio esiste in natura solo sotto forma di composti.
Sir Humphry Davy fu il primo, nel 1807, a separarlo dal suo ossido, l'allumina, sebbene solo nella forma di una lega alluminio-ferro e fu lui che diede al metallo il suo nome.
Nel 1855 il francese Henri St. Claire Deville, sviluppando il precedente lavoro dello scienziato tedesco Friedrich Woehler, utilizzò un complesso metodo termo-chimico per produrre piccole quantità di alluminio metallico. Il nuovo, strano metallo fu oggetto di una breve fortuna in gioielleria e nella posateria e, sebbene il suo prezzo si riducesse considerevolmente nei 30 anni successivi, rimase di gran lunga troppo caro per un uso commerciale.
La svolta avvenne nel 1886 quando, lavorando completamente in modo indipendente, Paul-Toussant Héroult in Francia e Charles Martin Hall negli Stati Uniti depositarono i loro brevetti sul processo di fusione elettrolitica per la produzione di alluminio metallico ottenuto dall'allumina.
Subito dopo, il Dr. Carl Josef Bayer, in Austria, brevettò la sua tecnica per trasformare la bauxite in allumina.
Furono così poste le basi dei metodi industriali per la produzione di alluminio, usati ancora oggi in tutto il mondo e conosciuti sotto il nome di processo Bayer-Hall-Héroult.